Osteoporosi

« Older   Newer »
  Share  
[PIRATA]^Albus Silente
view post Posted on 9/6/2011, 22:29




Con il termine osteoporosi si intende una condizione per cui lo scheletro è soggetto ad un maggiore rischio di fratture, in seguito alla diminuzione di massa e alle modificazioni della microarchitettura delle ossa.

Anche se generalmente l'osteoporosi viene considerata una malattia a carico delle ossa, secondo alcuni si tratterebbe di un processo parafisiologico la cui presenza predispone a un maggior sviluppo di patologie e una conseguente diminuzione della speranza di vita, se non adeguatamente trattata. Poiché viene considerata troppo facilmente malattia, il British Medical Journal l'ha inclusa in un elenco di non-malattie, l'International Classification of Non-Diseases.
Fra le varie malattie ossee è la più diffusa, colpisce entrambi i sessi, maggiormente quello femminile dopo la menopausa, che aumenta considerevolmente il rischio sino a 4 volte.Per quanto riguarda l'etnia, anche se si riscontra in tutte, la razza bianca e quella asiatica sono le più colpite, anche se in uno studio condotto negli USA è stato riscontrato che le donne africane sono quelle più in pericolo di vita per le fratture. La sua incidenza sta aumentando, nell'America del Sud raggiungendo quella europea, mentre negli USA la maggioranza degli adulti che hanno superato i 50 anni presenta osteoporosi o comunque una bassa densità ossea
La forma I ha un'incidenza maggiore fra i 51 e i 75 anni, la II a partire dai 60 anni, l'idiopatica si riscontra anche negli adolescenti (dai 10 ai 18 anni) e nei giovani adulti.
a causa è nella perdita dell'equilibrio fra osteoblasti e osteoclasti. La prima categoria di cellule contribuisce alla formazione ossea, la seconda contribuisce al riassorbimento osseo, se gli osteoclasti lavorano più velocemente degli osteoblasti, l'osso si deteriora. Nella menopausa (la forma I) si riscontra un maggiore produzione di osteoclasti, causata dalla perdita di estrogeni che porta ad un eventuale innalzamento delle citochine, correlato alla produzione di osteoclasti. Nella seconda forma, con l'avanzare dell'età diminuisce l'attività degli osteoblasti.
Le normali radiografie, utilizzate per scoprire la presenza di fratture, non portano ad una diagnosi certa della malattia, quindi si preferisce la DEXA (la Dual-energy x-ray absorptiometry), a cui dovrebbero sottoporsi tutte le donne di età superiore ai 65 anni. Questo tipo di esame radiografico è preferibile anche per le dosi di mrem molto inferiori rispetto alle normali radiografie (25-30 di una radiografia al torace, 1-3 della DEXA) Il "T-Score" è il punteggio della densità, calcolato in DS (deviazione rispetto al valore normale). La perdita ossea riscontrata per trovarsi di fronte all'osteoporosi dev'essere del 30%.
Una forma di attività fisica è necessaria in tutti i casi, parallelamente ai farmaci, perché è in grado di prevenire la perdita di massa ossea e di incrementarla dell'1% circa all'anno.
L'integrazione di vitamina D3 è fondamentale sia in soggetti sani sia nei soggetti osteoporotici e osteopenici: assunzione di colecalciferolo per 800 unità/giorno oppure 5000 unità/settimana oppure 400.000 unità/semestredosi. Dosi maggiori non sono dannose, tuttavia se si soffre di insufficienza epatica, si consiglia di assumere calcifediolo (25-idrossi-colecalciferolo) in quanto non si è in grado di metabolizzare la prima forma idrossilata della vitamina D. Nel caso di pazienti sottoposti a dialisi, con osteodistrofia renale e/o insufficienza renale, affetti da ipoparatiroidismo, rachitismo o osteomalacia in fase grave, oppure in soggetti anziani non più in grado di idrossilare la vitamina D semplice, risulta necessaria la somministrazione alternativa di calcitriolo, ossia la forma più attiva della vitamina D.
Integrazione di Calcio (calcio carbonato almeno 1g/die) e Magnesio (possibilmente come magnesio pidolato 1 bustina/giorno).
Somministrazione di antiriassorbitivi: bifosfonati, che hanno azione inibitoria degli osteoclasti
Terapia ormonale sostitutiva (TOS) con estro-progestinici e somatotropina (STH) per le donne in menopausa; con testosterone, nandrolone decanoato e somatotropina per gli uomini.
Somministrazione di modulatori selettivi del recettore degli estrogeni (SERM): raloxifene e tamoxifene o modulatori selettivi dei recettori degli androgeni (SARM).
Terapia a base di osteoformativi: teriparatide e ormone paratiroideo ricombinante 1-84, forti stimolatori della formazione ossea nei casi di grave osteoporosi o di insuccesso degli altri farmaci.
Somministrazione di farmaci DABA (dual action bone agents), quali lo Stronzio Ranelato: sopprimono gli osteoclasti e stimolano l'attività degli osteoblasti, con un significativo incremento della densità ossea a livello vertebrale del 4% circa entro il primo anno e del 14,4% entro 3 anni con riduzione delle fratture vertebrali del 49% al primo anno e del 41% al terzo, a livello femorale vi è una riduzione delle fratture del 36% e un aumento della densità minerale ossea del 8%.
Assunzione di flavonoidi della soia (fitoestrogeni) quali l'ipriflavone: sembrano essere in grado di migliorare l'osteoporosi, avendo una debole azione di soppressione degli osteoclasti e di stimolazione osteoblastica (effetto ancora da confermare tramite studi).
L'iperomocisteina plasmatica è riconosciuta essere un fattore di rischio indipendente per l'osteoporosi; Il BMD (Bone Mass Density) in presenza di iperomocisteinemia plasmatica peggiora, mentre migliora con la terapia con acido folico. Inoltre studi autorevoli indicano una riduzione significativa delle fratture di anca e femore correlate all'assunzione di acido folico.
Somministrazione di diuretici tiazidici, quali l'idroclorotiazide: sembrano avere un effetto positivo sull'osteoporosi, riducendo il rischio di fratture. Si ritiene trattengano il calcio, che altrimenti si perderebbe con le urine.
Stimolazione degli osteoblasti con fluoruri per via sistemica: terapia non più consigliata perché associata a difetti della mineralizzazione dell'osso. Ad aumento della densità a livello vertebrale corrisponde un aumento di fratture in altri segmenti.
Inibizione degli osteoclasti con calcitonina: terapia non di prima scelta,utilizzata alla dose di 200 UI intranasale oppure 50 UI sottocute ogni 2 giorni, previene le fratture vertebrali del 33% circa, ma senza effetti sulle fratture femorali. Resta molto valida la calcitonina alla dose di 100 unità al giorno sottocute per 2-3 settimane nei casi di recente frattura vertebrale dolorosa. Il farmaco ha potere analgesico e aiuta a riparare la frattura.
TRATTAMENTO DEL DOLORE OSSEO DA FRATTURE: Clodronato alla dose di 100mg/die intramuscolo per 1 mese è un ottimo farmaco per il trattamento del dolore da frattura insieme alla calcitonina sottocute, eventualmente anche coniugabili a farmaci anti-infiammatori non steroidei FANS e oppiacei (tramadolo-paracetamolo, codeina-paracetamolo, ossicodone-paracetamolo).
Terapia chirurgica delle fratture vertebrali: vertebroplastica e cifoplastica, inserzione di protesi nelle altre frattura.
Iniezione di bifosfonato, permette una riduzione del 70% di probabilità di fratture vertebrali.

 
Top
0 replies since 9/6/2011, 22:29   19 views
  Share